Il progetto SkySpark prende forma nell’intersezione dei percorsi di sviluppo rispettivamente della società DigiSky
e del gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Aeronautica e Spaziale del Politecnico di Torino (DIASP),
coordinato dal Prof. Paolo Maggiore.
DigiSky è una startup nata dall’esperienza e dalla passione dei due soci Maurizio Cheli e Paolo Pari che
decidono di trasformare in impresa l’attività di sperimentazione svolta nel corso di svariati anni di attività sulla nuova
categoria dei velivoli ultraleggeri.
L’opportunità offerta dalla nuova regolamentazione di utilizzare tecnologie innovative anche senza i requisiti di
qualificazione obbligatori per i velivoli dell’aviazione generale e commerciale, apre spazi molto interessanti per la
sperimentazione avanzata di apparati e sistemi.
Sfruttando i servizi offerti dall’Incubatore del Politecnico di Torino I3P la “newco” si costituiva all’inizio del 2007 come
società ad elevato contenuto innovativo e veniva ospitata a giugno nella struttura all’interno dell’Ateneo per consentire
l’accelerazione del percorso di sviluppo.
Parallelamente alla progettazione e produzione di un nuovo sistema EFIS
(Electronic Flight Information System), installato su velivoli leggeri ad ala sia fissa sia rotante, i soci strutturavano
un servizio innovativo di qualificazione e test di apparati innovativi che richiedono anche la sperimentazione in volo,
attrezzando alcuni velivoli ultraleggeri della propria flotta per lo scopo.
Quest’ultimo servizio veniva proposto ad una serie di enti sia privati sia pubblici riscuotendo un vivo interesse da parte del
gruppo di ricerca del DIASP che sperimentava da alcuni anni le applicazioni aerospaziali delle celle a
combustibile idrogeno.
Il Prof. Paolo Maggiore, (coadiuvato dai ricercatori Raffaella Gerboni, Paolo Bois, Sergio Pullara, Massimo Bruno e Michele
Cotza e dal supporto di Environment Park) ha iniziato le attività di ricerca per progettare e sperimentare unità innovative
di generazione elettrica, a elevato rendimento, concepite espressamente per l’impiego a bordo di aeromobili di piccole e
medio-piccole dimensioni, che consentano la riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti ed acustiche. L’attività ha
beneficiato di un finanziamento Ricerca Scientifica 2004 erogato dalla Regione Piemonte con il quale è stato possibile
costruire un paio di banchi prova prototipali appositamente studiati per l’imbarco a bordo di un velivolo. L’opportunità
di effettuare nella fase conclusiva del progetto una sperimentazione in volo delle celle a combustibile, consente al DIASP
di commissionare a DigiSky una prima campagna di test su velivolo con prove di qualificazione in volo in varie condizioni.
Il programma di prove si sviluppa nel corso del 2007 con prove in volo, in anteprima mondiale, di due banchi sperimentali
con celle a combustibile di tipo PEM, di potenza pari a 100W e a 800W, fino alla quota di 5000 m slm.
Dopo una prima fase di confidenza sul sistema, sfruttando la sinergia di un finanziamento nell’ambito del progetto SISA-COREP,
è stato ingegnerizzato un vero e proprio generatore APU, concepito per il velivolo Pelican GS, necessario all’alimentazione di
tutto il DC-bus di bordo, fin dalla fase di avviamento prevolo del propulsore. E’ la prima volta che in Italia si procede ad
una sperimentazione in volo di celle a combustibile con le quali si alimentano direttamente le utenze del velivolo.
Il traguardo raggiunto e con le sperimentazioni in volo vengono osservate dalla stampa che richiamava l’evento in più riprese
con pubblicazioni altamente referenzianti.
Il programma di ricerca del DIASP continuava prevedendo il test di celle a combustibile di potenze crescenti fino a 60kW.
La necessità di preparare una piattaforma in grado di qualificare celle con potenza di questi ordini di grandezza poneva il
problema di come gestire carichi elettrici ad elevato assorbimento, incompatibili con i profili energetici delle utenze di
bordo.
E’ questa la fase in cui Maurizio Cheli proponeva l’idea di utilizzare, sempre sulla classe di velivoli ULM, la potenza
generata dalle celle a combustibile per energizzare un propulsore elettrico in grado di garantire la trazione necessaria
per il volo.
In questo contesto veniva sviluppato uno studio di fattibilità per valutare la compatibilità degli apparati con la capacità di
carico di un velivolo di classe ULM e con la richiesta di potenza per un decollo in sicurezza. Lo studio di fattibilità dava
esito positivo evidenziando tuttavia l’elevato costo da sostenere per l’acquisto degli apparati e del velivolo speciale
destinato al ruolo di piattaforma tecnologico: il gruppo ipotizzava di impostare un progetto con la formula del “challenge”,
acquisendo le risorse necessarie tramite sponsorizzazioni.
Diventava indispensabile costituire un Team fissando gli obiettivi ed i tempi della sfida.
L’idea del progetto veniva sottoposta al Rettore del Politecnico che la accoglieva con entusiasmo proponendo la stipula di un
accordo quadro interdipartimentale con il coinvolgimento, oltre che del DIASP anche dei dipartimenti di elettrica,
informatica/automatica, sistemi di produzione.
Il ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica (DELET), Paolo Guglielmi, già coinvolto con il suo gruppo nei progetti
per lo sviluppo della propulsione elettrica di veicoli terrestri, proponeva di progettare una macchina elettrica innovativa in
grado di erogare una potenza specifica di oltre 2kW/kg, con regimi di rotazione adatti all’elica propulsiva.
Mentre veniva perfezionato il contratto di collaborazione tra DigiSky ed il Politecnico, Alberto Sola, presidente della SICME
Motori, confermava con entusiasmo la prima adesione di uno sponsor alla sfida, assumendo l’impegno di realizzare la macchina
elettrica progettata dal DELET.
Per sviluppare il piano di comunicazione e marketing DigiSky aggregava Aircraft Studio Design, uno dei più quotati studi
grafici a livello internazionale, specializzato esclusivamente nel campo aeronautico, delegato allo studio del logo, del sito
internet e della livrea del velivolo.
Dopo un’attenta valutazione dei velivoli ultraleggeri disponibili sul mercato, considerata l’esigenza di acquisire una
struttura estremamente leggera ma con profili adatti alle alte velocità, veniva individuato il Pioneer 300 come migliore
soluzione. Di fronte alla proposta di entrare nel Team la proprietà di Alpi Aviation, azienda leader nel settore dei
elivoli ultraleggeri, confermava l’adesione proponendo di fornire un velivolo in versione speciale, modificato per consentire
l’imbarco degli apparati, alleggerito degli allestimenti non utilizzati.
A marzo 2007, anche grazie il coinvolgimento delle Techne (società specializzata nella comunicazione), il Team delinea in
dettaglio il perimetro della sfida individuando la tipologia degli sponsor che la dovranno sostenere.
Il primo ritorno concreto è rappresentato dall’adesione delle Reale Mutua Assicurazioni che sigla un accordo per la
sponsorizzazione del progetto garantendo sia un contributo finanziario sia la copertura assicurativa di tutte le operazioni a
terra ed in volo. Nell’ottobre 2008 la Direzione di Environment Park, informata del progetto, proponeva l’inserimento di
DigiSky nell’associazione temporanea di scopo beneficiaria della misura di sostegno regionale per i progetti dimostratori
relativi allo sviluppo di tecnologie/prototipi compresi nella filiera dell’idrogeno e delle celle a combustibile.
L’inserimento di DigiSky come partner del progetto HySyVision consentiva l’adozione di un ulteriore contributo per lo sviluppo
del sistema di controllo elettronico della cella a combustibile idrogeno che veniva completato a giugno dell’anno successivo.
A dicembre ’08 Maurizio Cheli, ritenendo ormai maturo l’intero programma della sfida, convocava una conferenza
stampa per presentare il progetto e raccogliere ulteriori risorse.
La conferenza veniva fissata per il 28 gennaio 2009.
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